La struttura dei cedui di faggio nella Riserva naturale di Torricchio
Nella Riserva naturale di Torricchio è stato avviato uno studio che si propone di seguire gli aspetti evolutivi naturali dei cedui a dominanza di faggio (Fagus sylvatica L.) misti a sorbo montano (Sorbus aria L.), acero riccio (Acer platanoides L.), acero di monte (A. pseudoplatanus L.), acero fico (A. obtusatum L.), con qualche presenza di carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.) e frassino maggiore (Fraxinus excelsior L.).
Allo scopo si intende impostare un programma di monitoraggio che consenta di osservare i processi interni con particolare riferimento alla frequenza ed all’intensità della mortalità selettiva dipendente dalla densità, agli accrescimenti, alla struttura ed alla rinnovazione.
L’area boscata oggetto di studio si trova nel versante destro della Val di Tazza a circa 1200 m di quota su un versante esposto a N-NE con pendenza di circa 35°; il substrato è di tipo calcareo marnoso-siliceo (scaglia rosata) con suoli superficiali di tipo rendzine.
Nell’area così individuata, sono presenti boschi di faggio cedui matricinati; in tale ambito sono state fissate due aree permanenti, una (30 x 30 m) in un frammento di bosco sottoposto ad un primo taglio di avviamento all’alto fusto nel 1984, ed un’altra (50 x 30) in un ceduo invecchiato che, secondo le analisi storiche, dagli anni ’40 non è stato sottoposto ad alcun intervento. I rilevamenti sono stati eseguiti nella primavera-estate 1994.
Pur essendo le osservazioni riportate frutto di un semplice primo inventario, è stato possibile individuare qualche carattere che consente di definire lo stato attuale dei due cedui di faggio e di identificare alcune ipotesi che sarà utile verificare nel corso del programma di monitoraggio.
In entrambe le aree emerge chiaramente come il processo dinamico attualmente in corso sia riferibile all’accrescimento dei polloni o degli individui da seme, essendo già superata una delle fasi di mortalità selettiva; ci si può in effetti attendere una serie di alternanze tra accrescimenti e mortalità essendo la rigenerazione un insieme di processi non lineari. .
Risulta evidente che gli accrescimenti, in particolar modo in altezza, sono superiori ed hanno una dinamica diversa nel bosco soggetto al precedente taglio di sfollo, ma per le osservazioni future particolare attenzione dovrà essere data al dinamismo interno alle ceppaie ed alla concorrenza tra ceppaie prossime.
Il taglio regolare delle ceppaie ha favorito nel tempo l’espansione in diametro delle stesse, così che le ceppaie i cui polloni dominanti sono stati lasciati quali matricine, anche per più di un turno di taglio, hanno sviluppato, a parità di diametro basale, dei tronchi più grossi. Le dimensioni della ceppaia condizionano inoltre direttamente il numero di polloni attecchiti e l’altezza raggiunta dal dominante .
All’interno dell’area di ceduo invecchiato è stato delimitato un transetto rettangolare delle dimensioni di m 30x10, con il lato maggiore parallelo ai due lati minori dell’area, ubicato al centro di quest’ultima.
L’esame dei dati strutturali raccolti in questo transetto, mostra un soprassuolo pluristratificato, anche se con strato inferiore trascurabile, a densità media, dominato dal faggio; il sorbo montano (Sorbus aria) si inserisce bene nelle chiarìe grazie al suo carattere pioniere; si rileva inoltre una marcata differenza strutturale tra gli aceri, che hanno in genere ceppaie molto vigorose con polloni socialmente omogenei, ed i faggi, con una più scarsa vigoria e polloni a più marcata differenziazione sociale, che testimonia la scarsa vocazione di questa specie al trattamento ceduo.
Stato 1994; Roberto Canullo e Giandiego Campetella.