La successione stratigrafica dell’area studiata inizia con il calcare massiccio e si chiude con la scaglia cinerea, per quando riguarda le formazioni meso-cenozoiche marine. Sono presenti inoltre formazioni quaternarie continentali. Il calcare massiccio tuttavia costituisce la parte più profonda dell’incisione Val di Tazza. è costituito da calcari bianchi, vacuolari e ruvidi sulla frattura fresca, in grosse bancate, di spessore medio di due metri, separate in genere da una sottile discontinuità o da un livello egualmente calcareo di circa 20 cm di spessore, costituito da calcari nocciola. Nell’insieme si riconoscono le caratteristiche di una sedimentazione ciclotemica.
I calcari nodulari. Al calcare massiccio segue con continuità un pacco di strati, i calcari stratificati grigi, costituiti da calcari micritici, nodulari nella parte alta, ben stratificati, in strati 20-100 cm di spessore, talora con superfici stilolitiche; l’età si riferisce al Lias medio-superiore. è da notare che, mentre alle due estremità della struttura i calcari stratificati grigi hanno uno spessore di circa 5 metri e fanno passaggio graduale all’unità soprastante, nella parte mediana essi presentano uno spessore un po’ inferiore e una lacuna al tetto. L’unità successiva, che è presente solo alle estremità del nucleo giurassico, i calcari nodulari e marne verdi, è composta da calcari nodulari un po’ marnosi, di colore per lo più nocciola, in strati di 10-40 cm di spessore, le cui superfici sono molto irregolari; tra gli strati calcarei si trovano intercalate marne grigio-verdastre, con ammoniti isolabili e noduli di pirite limonitizzata. L’età è riferita al Lias superiore.
La maiolica nel comprensorio di Torricchio affiora in due aree: la più vasta è quella situata su ambedue i versanti di Val di Tazza in continuità stratigrafica con calcari giurassici; un affioramento meno esteso si ha nell’alta valle, anche qui su ambedue i versanti, a monte di Casale Piscini. Nella porzione basale si hanno calcari micritici, a volte dolomitici, di color grigio-biancastro, a stratificazione indistinta, con scarsa selce. Proseguendo verso l’alto, i calcari dolomitici scompaiono, la stratificazione diviene più regolare, con strati dello spessore di 20-30 cm, talora separati da superfici di tipo stilolitico; la selce è più abbondante e sempre distribuita in lenti e noduli, spesso dai contorni irregolari. La giacitura, in genere ben visibile anche a distanza sul versante sinistro, appare nell’insieme abbastanza tranquilla, solo localmente disturbata da faglie di un certo rigetto; lo spessore della maiolica raggiunge il valore più basso, circa 100 metri.
Le marne a fucoidi. Questa unità affiora in una fascia pressoché continua al tetto della maiolica sui due versanti della parte inferiore della Val di Tazza. La giacitura appare tranquilla e piano parallela; una buona esposizione di tutta l’unità permette di valutare lo spessore, di circa 50 metri. In affioramenti si osserva la seguente successione:
- porzione di passaggio alla maiolica costituita in prevalenza da marne varicolori, laminate; al di sopra segue un pacco di calcari marnosi (3-4 m) contenenti liste di selce verdastra e grigia, separati da marne;
- porzione medio-inferiore costituita da marne calcaree ed argillose, di colore rossastro e verdastro, in sottili straterelli, con fucoidi, per uno spessore di circa 10 metri;
- porzione medio-superiore costituita da calcari e calcari marnosi, di colore grigio-verdastro o rossastro. Verso l’alto aumenta la componente calcarea e si passa alla scaglia bianca . Spessore inferiore ai 50 metri sembra avere anche negli affioramenti attorno a Casale Piscini, mentre sul versante destro l’intensa tettonica modifica notevolmente l’originaria giacitura.
La scaglia rosata è l’unità più estesamente affiorante nel comprensorio di Torricchio. Nella parte basale, al di sopra delle marne a fucoidi, compaiono calcari biancastri che differiscono dalla maiolica per la selce, in genere di colore rosato e nerastro. Proseguendo nella successione i calcari assumono il caratteristico colore rosato. Si tratta di calcari micritici e, talora, di calcari marnosi, stratificati, con selce egualmente rosata o rossa. La loro frattura è concoide. La giacitura della scaglia rosata è varia: si possono seguire notevoli pacchi di strati con giacitura continua e tranquilla, ad esempio sul versante meridionale del M. Cetrognola. Tuttavia la presenza di un’intensa tettonica, che, data la litologia complessivamente uniforme della formazione, produce effetti non sempre rilevabili, porta talora a brusche variazioni nell’andamento della stratificazione, anche su brevi distanze. A ciò contribuiscono in modo notevole, nell’area del M. Cetrognola, i vistosi fenomeni franosi passati o in atto. A causa delle citate dislocazioni tettoniche non è possibile dare un’esatta valutazione dello spessore della formazione: lo spessore sembra superare i 250 metri.
La scaglia cinerea affiora nel settore sud-occidentale del M. Cetrognola, praticamente fuori della riserva naturale. Si tratta di prevalenti argille marnose, marne e marne calcaree dal tipico colore grigio-verdastro, talora rosato. Intercalati si rinvengono anche strati calcareo-marnosi di color grigio e per lo più lentiformi. La stratificazione raramente è netta come nelle unità precedenti: essa è condizionata dal rapporto calcare-argilla dei livelli che, con spessore medio di 10-20 cm, sfumano in genere l’uno nell’altro. La porzione argilloso-marnosa presenta un’accentuata scagliosità, sia parallelamente che obliquamente alla stratificazione.
Le formazioni continentali quaternarie presenti nell’area sono rappresentate dai prodotti dell’erosione dei corpi rocciosi ivi esistenti. Tali prodotti che hanno non subìto nessuno o scarso trasporto, si possono distinguere in formazioni eluviali, di piede di pendio e di fondo valle, e formazioni di frana:
- le formazioni eluviali sono molto estese; si tratta di materiali derivanti dalla disgregazione fisica e chimica del substrato. Il risultato è un detrito eterometrico costituito da clasti a spigoli vivi, misto nella parte più superficiale, a frammenti di dimensioni minori e a materiali residuali, come argille e ossidi;
- le formazioni di piede di pendio e di fondo valle non sono molto abbondati nell’area e sono limitate alla valle principale e a pochi rami affluenti, si tratta di accumuli sciolti o scarsamente cementati di materiali litoidi provenienti dalle formazioni che costituiscono i versanti sovrastanti. I detriti di piede di pendio sono presenti a valle delle Porte, presso le Fontanelle e presso Casale Piscini.
- le formazioni di frana sono molto importanti nell’area, in particolare sui versanti sud-est di M. Cetrognola. Il detriti che coprono abbondantemente il corpo della frana sono in parte eterometrici ed in parte più uniformi, delle dimensioni dei ciottoli. In talune aree essi sembrano stabilizzati e modellati a gradini e terrazzetti; in molti casi, sulla superficie del corpo di frana si osserva, oltre ad una chiara erosione diffusa, una rimbolizzazione delle masse superficiali sotto forma di colate caotiche.
- accumuli di materiale derivante da crolli, si hanno nella stretta incisione della Val di Tazza, tra le Porte e le Fontanelle: sono costituiti per lo più da blocchi staccatisi dai dirupi del calcare massiccio, misti a frammenti, in genere di minori dimensioni, provenienti dalle formazioni soprastanti.
I fattori che differenziano la dinamica dei processi geomorfologici di pendio (litologia, porosità, stratificazione, drenaggio, ecc.) condizionano l’erosione diffusa e concentrata, la distribuzione delle sorgenti e tipo e spessore dei depositi colluviali. Elementi di differenziazione sono rappresentati dalla presenza di sedimenti marnoso-argillosi derivati dalla disgregazione delle marne a fucoidi.
La coltre dei depositi di versante è stata divisa in tre gruppi:
1. Copertura eluviale continua; risulta dalla disgregazione fisica e chimica del substrato. Lo spessore del profilo d’alterazione negli affioramenti naturali e artificiali non supera il metro. Zone estese di queste coperture sono presenti sulle cime arrotondate dei monti Torricchio, Cetrognola e Colle Rotondo. Il profilo d’alterazione non eccessivamente profondo è il risultato di una parziale riduzione durante il periodo periglaciale.
2. Copertura di tipo eluviale-colluviale; sulle creste e sulle parti più alte dei versanti dove il materiale di alterazione, composto da clasti fini e grandi, mostra tracce di trasporto lungo il pendio. La copertura nelle parti inferiori è costituita frequentemente da blocchi misti con materiale più fine; la parte più superficiale contiene i frammenti di dimensioni minori. In terreni su substrato litologico marnoso sono presenti depositi argilloso-detritici. Lo spessore della serie eluviale-colluviale oscilla entro 0,5-1,5 m.
3. Copertura detritica colluviale; il tipo più frequente di deposito nei settori medio-bassi dei versanti; spesso costituiti da qualche serie colluviale con varietà granulometrica e con notevole partecipazione di sostanza organica e presenza locale di intercalazioni eluviali. Lo spessore di queste coperture supera i due metri.
Le formazioni di paleofrana ed i depositi gravitativi recenti sono fenomeni molto importanti sui versanti sud-orientali del M. Cetrognola e M. Torricchio, in particolare sotto i 1400 m.
Accumuli di materiale derivante da crolli di minori dimensioni e accumuli di scorrimento rotazionale-traslazionale sono frequenti in tutto il versante sinistro della Val di Tazza ed anche ai piedi della corona di frana nella parte orientale del M. Cetrognola.
I depositi detritici provenienti dalla distruzione dei versanti riempiono il fondo della valle principale e i pochi rami affluenti. Localmente, ad eccezione dei detriti di piede, il fondo della valle è colmato da vecchie formazioni di frana che sono attualmente incise da erosioni o ricoperte da depositi eluviali-alluviali. Nelle parti basse della Val di Tazza i paleoterrazzi sono costruiti da depositi stratificati di versante del tipo "grezes litees".
Stato 1976; Giovanni Deiana e Umberto Pieruccini.