La riserva Naturale Montagna di Torricchio è un sito della Rete Internazionale e Italiana per la ricerca Ecologica a Lungo Termine (LTER_EU_IT_033 “Montagna di Torricchio”).
Oltre a diverse attività divulgative, di educazione ambientale a livello di “formazione dei formatori” e di percorsi educativi concordati (associazioni, progetti, alternanza scuola-lavoro e – soprattutto – stage, tesi di Laurea o Dottorato dell’Università di Camerino, nazionali e internazionali), la Riserva ha condiviso da subito uno degli obbiettivi di LTER Italia con azioni che rientrano nel fenomeno definito come “Citizen Science”, ovvero una mobilitazione diffusa verso una scienza partecipativa.
Coinvolgere la cittadinanza nelle tematiche specifiche di una Riserva preminentemente Integrale con una piccola area a gestione Orientata allo scopo di mantenere la vegetazione seminaturale, ha significato – all’inizio quasi inconsapevolmente – proporre attività partecipative legate allo studio e alla ricerca scientifica sull’andamento dei processi naturali di sviluppo dei sistemi e al monitoraggio di fenomeni e componenti.
In questo contesto la Riserva di Torricchio contribuisce a raccogliere osservazioni sia biotiche che abiotiche, validate opportunamente, in modo da rendere possibile la partecipazione alla raccolta di informazioni importanti per la ricerca ecologica a lungo termine, seguendo protocolli definiti e partecipando ai gruppi di lavoro sulle varie tematiche.
Lo scopo è quello di ampliare e condividere metodi e conoscenze, rendendole via via disponibili, attraverso collaborazioni tra ricercatori, appassionati, amatori e specialisti tematici.
Sarà sempre più possibile rintracciare tra le varie pubblicazioni e\o i metadati della Riserva, i frutti di questo tipo di collaborazione che sono spesso alla base di confronti e approfondimenti scientifici successivi o tappe di monitoraggi in aree permanenti.
Partendo da lontano, ricordiamo l’importante studio sulle farfalle nel 1978 (di Adriano Teobaldelli, apprezzato studioso che da sempre esplora i territori delle Marche e, particolarmente le Aree Protette) che si sta ripetendo in questi anni (ad esempio da parte di Alessandro Manzione, esperto ed appassionato collaboratore della Riserva “Sentina”). Nel 1990-92 si è svolto un primo studio dei funghi da parte del Gruppo Micologico Maceratese, coordinato dal dott. Corrado Vanella e, nel 2003, la prima lista dei licheni della Riserva è stata redatta dall’appassionato lichenologo del territorio Umbro-marchigiano Massimo Panfili (validata e recentemente aggiornata). Arrivando agli anni recenti, annotiamo: la partecipazione di uno studente UNICAM Pakistano al monitoraggio di un bosco di faggio nel 2016; il contributo di 4 ragazzi in Alternanza Scuola-Lavoro al progetto di monitoraggio permanente degli arbusteti sui pascoli in successione secondaria, nel 2018-19; il gruppo di esperti (collaboratori del Museo di Storia Naturale di Macerata e del Museo delle Scienze dell’Università di Camerino, coordinati da Federico Landi) che attualmente sta conducendo una ricerca entomologica in tutto il territorio della Riserva.