Eventi naturali ed antropogeni

I problemi di gestione della riserva sono molto complessi; i più importanti riguardano sicuramente la manutenzione continua della recinzione perimetrale e un adeguato servizio di sorveglianza. Sono queste le condizioni essenziali perchè la riserva possa far fronte alle necessità legate alle sue finalità conservazionistiche, che devono tradursi nella salvaguardia del patrimonio naturale e dei processi ecologici che in essa si manifestano, in modo che possano costituire oggetto di ricerche nei vari settori delle scienze naturali e dell’ ecologia. La recinzione è indispensabile per impedire l'accesso degli animali pascolanti, la sorveglianza per un controllo generale della zona e per evitare abusi all'interno della riserva, tra cui la caccia, come è stato sicuramente fatto in passato.

Non sempre l'Università come tale può però disporre dei fondi necessari ad affrontare i numerosi problemi che sempre si presentano. A ciò fortunatamente ha supplito la Regione Marche, con finanziamenti stanziati a più riprese negli anni 1987-88 e 1990 sulla base di una convenzione sottoscritta nel 1984 fra la stessa Regione Marche e l'Università di Camerino, per effetto della quale la Riserva di Torricchio è riconosciuta di interesse regionale e la Regione Marche si impegna ad inserirla nel sistema regionale dei parchi e delle riserve regionali e a stanziare contributi per incentivare attività od avviare specifici progetti di tutela e valorizzazione ambientale.

Sorveglianza. Subito dopo l'acquisizione della proprietà, l'Istituto di Botanica ha provveduto a istituire un servizio di sorveglianza della riserva, a partire dal giugno 1971, con l'assunzione di un custode che è rimasto in servizio fino al giorno del pensionamento, avvenuto il giorno 1 novembre 1984. Dopo tale data, non è stato più possibile assumere altri custodi, però a partire dall'emanazione del Decreto Ministeriale del 7 aprile l977, il servizio di sorveglianza nella riserva compete al Corpo Forestale dello Stato, in quanto con tale decreto la Riserva naturale di Torricchio è riconosciuta come riserva naturale dello stato.

Tabellazione. E' stato anche provveduto alla tabellazione completa e alla parziale recinzione del territorio della riserva, nella parte a monte, per impedire l'accesso degli animali al pascolo all'interno della riserva. Nel 1987-1988 si è proceduto al rifacimento della chiudenda perimetrale e alla costruzione di una porta di accesso alla riserva in località Pian della Cuna.

Casale Piscini. A 1126 m di quota, su un terrazzo prossimo al fondovalle, si trova il Casale Piscini, un edificio la cui costruzione risale al 1874; esso serviva da ricovero per i pastori nel periodo dell'alpeggio estivo ed ora, dal 1970 in poi, come punto di appoggio per la gestione della riserva. Gli oggetti in legno inerenti la vita pastorale presenti all'interno del casale sono stati depositati nel Museo della Nostra Terra di Pievetorina. Nel 1990 è stato possibile procedere al restauro esterno del casale, con fondi ottenuti dalla Regione Marche. .

Interventi nei boschi. Nel 1975 è stato eseguito un rimboschimento a scopo sperimentale sulle pendici meridionali del Monte Cetrognola dove sono state scavate 19461 buche dalle dimensioni di cm 50x40x40 evitando i sistemi di preparazione del terreno a piazzole o a gradoni limitando al massimo i danni alla cotica erbosa.

Sono state poste a dimora piantine di Fagus sylvatica, Acer platanoides, Acer pseudoplatanus, Fraxinus excelsior e Sorbus aria prodotte nei vivai forestali della provincia di Macerata; per una buona parte è stato anche usato seme raccolto in boschi molto vicini alla Riserva. Nel 1987-88 sono stati eseguiti i risarcimenti nella stessa area ed è stato iniziato un avviamento all'alto fusto di una piccola porzione di faggeta, successivamente sottoposta ad analisi strutturale per verificare la sua evoluzione nei confronti dei popolamenti cedui invecchiati.

Sfalcio. Nei pressi del Casale Piscini si trova un’area di ettari 12,89, oggi occupata da prati falciabili; dopo un periodo di alcuni anni di sospensione della fienagione, è stato deciso di riprendere e continuare la pratica dello sfalcio in tale zona allo scopo di mantenere la vegetazione seminaturale dei prati, altrimenti destinata a scomparire.

Stazione meteorologica. Nel 1990 è stata installata una stazione di rilevamento dei dati meteorologici, che permette la registrazione automatica dei dati sulle temperatura e sulle precipitazioni.

In particolare si sono installate 3 stazioni di rilevamento climatico per l’acquisizione e la gestione dei dati ecologici, si è allestito un impianto per la stima dell’erosione dovuta al ruscellamento delle acque e si è incrementato il piccolo vivaio presso il casale, oltre alla realizzazione di materiale illustrativo ed al completamento di ricerche specifiche.

Varie. Nel maggio 1979 è stato incendiato un vasto appezzamento di circa 10 ettari in località Costabella, che ha portato anche alla distruzione di circa 10.000 piantine del rimboschimento del 1976; altro incendio si è sviluppato nell'ottobre 1985 sulle pendici del Monte Cetrognola in una zona molto estesa, dal limite inferiore della riserva fino alla cima del Monte Cetrognola. Ambedue gli incendi sono stati sicuramente di origine dolosa e sono da attribuire all'avversione per l'istituzione della riserva, quantunque sia avvenuta in terreni di proprietà dell'Università di Camerino. Il 3 novembre 1981 una sentenza del Tribunale di Camerino (Sezione specializzata agraria) poneva fine allo sfalcio abusivo dei prati presso il Casale Piscini, per i quali si accampava in loco la pretesa di un inesistente diritto alla fienagione. Nell'inverno 1985-86, a seguito di forti nevicate, lungo alcuni canaloni dei versanti di Colle Rotondo e della bassa valle di Tazza sono cadute ingenti masse di neve che hanno trascinato a valle alberi e arbusti di faggio accumulatisi in fondovalle e lasciati in posto, in rispetto delle norme istitutive della riserva.

Mappa degli incendi storici:

 Mappa degli interventi boschivi: